Dal 23 aprile si parla di nuovo dei Cara Calma. Noi non potevamo farci scappare la nostra band bresciana preferita, per sana riverenza verso la loro musica e per genuino interesse sullo stato dell’arte dopo un anno di pandemia.
Altalene segna un nuovo cambio di rotta nella musica dei Cara Calma, con un impatto meno duro, ma una personalità più intima. Il video, uscito ieri, è opera della loro fotografa e videomaker personale Valentina Cipriani.
Li abbiamo intervistati, pochi giorni prima che la loro immagine diventasse cover della categoria rock italiano su Spotify. Non siamo gli unici ad intuire in loro un grande futuro. Dopo Sulle punte per sembrare grandi (2018) e Souvenir (2019) la band si appresta a presentare il terzo album.
Altalene vuole essere il grido d’aiuto, silenzioso quanto disperato, di un’intera generazione che ha perduto gli strumenti per far comprendere al mondo il senso di disagio che la divora dall’interno. Rassegnazione, necessità di essere aiutati, capiti, ma allo stesso tempo di avere i propri spazi: un conflitto continuo tra la speranza di essere salvati ed il bisogno di restare soli. Il brano anticipa un album che non ha ancora una data di pubblicazione, ma sappiamo che ci saranno pezzi carichi in stile Cara Calma e altri più introspettivi. Altalene non è proprio in stile Cara Calma “ma -ci raccontano- ci piace e ci rappresenta, per questo è uscito come primo singolo“. Nessun pezzo parla della pandemia, controcorrente, ma forse un po’ delle emozioni di questo periodo sono entrate involontariamente nei pezzi. Noi, personalmente, non vediamo l’ora di scoprirlo.
E i Cara Calma ce lo raccontano durante l’intervista, dove ci parlano anche della grande difficoltà di fare a meno del loro linguaggio naturale, i live. “Nell’ultimo anno – ci dicono – abbiam fatto praticamente due date, il Diluvio Festival e la vostra festa. Per il resto è dura, per noi che suoniamo ogni volta che possiamo. Stiamo pensando a dei live semi-acustici che non sono proprio il nostro genere ma noi vogliamo suonare“.
Gianluca, con il quale facciamo la chiacchierata che potete sentire a seguire, ci risponde ad una domanda forse scomoda: quali sono i problemi della musica dal punto di vista di un artista. La risposta è che c’è un problema di cultura della musica. I piccoli artisti non passano in radio se non in radio di nicchia, quindi anche i locali che puntano su cose di nicchia arrancano e faticano. E già quello sarebbe un cambio interessante. La musica è musica, ma il suo futuro già precario è ancora più instabile. Possiamo pensare all’affascinante maschera del viveur notturno, che campa di arte e si muove in gruppo sul furgoncino, ma la verità e che dopo quest’anno “si cade a pezzi”.
Ma i Cara Calma sono cazzuti, e ce lo dimostrano e dimostreranno anche dopo Altalene.
Qui l’intervista ai Cara Calma