Fuori Stagione è il primo album del cantautore e polistrumentista Federico Fiamma. Un album che mescola sapientemente rock e cantautorato
Abbiamo intervistato Federico Fiamma in occasione del suo esordio solista, il primo album che porta il suo nome si chiama Fuori Stagione, 9 tracce con varie influenze musicali e tanti temi importanti e raccontati sapientemente. Lasciamo alle sue parole il racconto dell’album.
1) Fuori Stagione è il tuo primo album solista. Qual è l’urgenza o la spinta che ti ha portato a scrivere questo album?
Ho intrapreso la stesura di Fuori stagione in uno dei periodo più intensi, emotivamente parlando, della mia vita fino ad ora. Stavo già lavorando ad un disco da mesi, rinchiuso in una sala prove che avevo affittato vicino L’Aquila proprio perché da tempo l’esigenza di scrivere musica si stava facendo estremamente ingerente nella mia vita.
Arrivato alla fase di missaggio di questo lavoro ho dovuto affrontare un’evento che ha sconvolto la mia quotidianità forzatamente e che, seguito a pochi giorni dalle chiusure dovute al primo lockdown, mi ha portato a vivere un lungo periodo lontano dalla mia vita di allora.
Nel corso di questo “esilio” dalle vecchie abitudini ho capito quanto quello che avevo alle spalle rispecchiasse una persona che non ero e che le mie decisioni fino a quel momento erano state completamente condizionate dal rapporto che avevo con il mondo esterno facendomi allontanare da quello che ho sempre sentito di essere.
Il proseguo di questo racconto inizia con Cambierò, prima traccia dell’album, e si conclude con Ventidue, l’ultima.
2) Nelle 9 tracce dell’album si mescolano ballate al piano e brani quasi grunge, quali sono le influenze musicali che hai inserito in queste tracce?
Mi sono sempre imposto di mantenere la verità e la trasparenza come linee guida di questo percorso. Nei momenti di scrittura dei brani sono sempre stato guidato da quello che sentivo dentro e dopo ho sempre cercato di portare rispetto a quei vissuti e di adornarli di un vestito che li rispecchiasse per l’essenza di quello che erano.
Non avevo quindi un’estetica musicale di riferimento che potesse esser usata a servizio di quello che stavo scrivendo.
In questo impasse la vita e Gianmaria Spina, collega ed amico fraterno, hanno chiuso me e Carmelo Pipitone dieci giorni in uno studio di registrazione in Campania per lavorare al disco Transumanza dei Diamarte (ascolto vivamente consigliato).
Ho avuto modo di ammirare da subito la potenza dei suoi arrangiamenti di chitarra e la sua infinita creatività, il tutto in un clima di equilibrio e dialogo che ha permesso a tutti di esprimere la propria parte migliore nonostante il poco tempo a disposizione per uscire da uno studio con un disco missato.
A seguito di questo incontro i miei ascolti Grunge, Noise Rock e Stoner Rock, che mi accompagnano dall’adolescenza, sono andati a fondersi con l’attenta analisi di Beatles e Pink Floyd di tutta la vita e con i dischi internazionali dei nostri giorni definendomi un idea di suono cruda, d’impatto e veritiera che spero possa emergere dall’ascolto dell’album.
3) Fuori Stagione si può definire un concept album, di cosa parlano le canzoni?
Il concept del disco gira attorno ad eventi personali e riflessioni che si sono susseguite a seguito del periodo succitato. Mi piacerebbe che chiunque venisse in contatto con l’album riuscisse a trarne un proprio concept integrandolo con la propria esperienza personale ed intuizione ma posso dire che, nella mia visione della cosa, tutto gira attorno il rapporto con le varie parti che ci compongono ed il rapporto tra esse nella vita di tutti i giorni; in particolar modo è stata importante per me la parte “folle” (a simbologia del quale viene usato il numero Ventidue e la figura del matto dei tarocchi).
Potrei quindi dire che, per me, il concetto alla base del disco consiste nella ricerca di se stessi, del proprio equilibrio e della serenità.
4) Nell’album si parla anche di politica in senso ampio, gli sconvolgimenti globali degli ultimi 3 anni – periodo di scrittura del disco – hanno avuto un ruolo nella stesura dei brani?
Più che di politica credo si parli di buon senso. Non credo di avere competenze e doti per poter affrontare un argomento così complesso nonostante abbia una idea al riguardo.
Gli ultimi accadimenti che tutti conosciamo hanno avuto sicuramente un impatto sulla mia sensibilità ma in Prolet, ad esempio, credo che il mio sia più un appello a tutto il mondo affinché si possa cominciare a riflettere con maturità e rispetto su quello che ci circonda; il titolo infatti si deve a George Orwell da 1984 in particolare per il suo rilevare una possibile salvezza nel mondo dei prolet.
5) Nell’album c’è la partecipazione e produzione di Carmelo Pipitone, com’è stato lavorare con lui?
Lavorare con Carmelo è sempre un’esperienza di crescita e condivisione totale; non priverà mai nessuno del suo carattere solare, della sua profondità d’animo e della sua cucina siciliana speziata, per me è un essere umano speciale. Mello è un musicista di grande estro e tecnica e, soprattutto, un grandissimo consumatore di musica di qualsiasi genere; questo lo porta ad avere in mente sempre una possibile soluzione per portare i brani ad un livello superiore rimanendo sempre a servizio di quanto è stato fatto fino a quel momento (cosa che, a mio parere, è dote dei grandi produttori).
Il sodalizio con le mie conoscenze tecniche ed accademiche, insieme alla immensa passione per la musica di Gianmaria, Silvano, Daniel, Francesco e Marianna, ha portato ad un risultato di cui siamo tutti abbastanza soddisfatti, considerato il budget a disposizione.
6) L’album è uscito il 22 gennaio, cosa hai in programma per il prossimo futuro?
Sto già lavorando in studio ad un EP composto da cinque brani che spero di poter lasciar andare al più presto. Unitamente a questo non credo che avrò modo di propormi live in quanto il periodo non sembra essere dei migliori per programmare un calendario di date sostenibile economicamente; impiegherò il tempo lavorando e portando avanti questo percorso fino a che mi sarà possibile.
TRACKLIST
1. Cambierò
2. Passi
3. Gli strumenti per capire la realtà
4. Rodi
5. Tensione
6. Collasso
7. Prolet
8. Reloveution
9. Ventidue